Garda by Bike, la pista ciclopedonale del Lago di Garda, è stata definita la più bella d’Europa. I primi 2,5 km sono stati inaugurati il 14 luglio 2018 e partono da Limone sul Garda (Brescia) per finire in località Pescarol.
La Garda by Bike è larga 2,5 metri, realizzata in legno, la passerella, e acciaio, la struttura portante. È stata costruita a ridosso della parete rocciosa che scende sull’acqua e corre parallela alla strada statale 45 bis, a strapiombo sul lago ad un’altezza di 60 metri. La vista da questa pista ciclabile a sbalzo è eccezionale. Per gli amanti delle due ruote è la realizzazione di un sogno atteso da tanto tempo. Anche i pedoni potranno usufruirne, visto che si è deciso di realizzare una pista clclopedonale. I ciclisti, per tutelare l’incolumità dei pedoni, non potranno correre troppo veloci (rispettando dei limiti fissati), saranno vietati sorpassi e acrobazie.
Quello realizzato è solo il primo tratto di un’opera che prevede una pista unica di 190 km attraverso le regioni di Lombardia, Trentino e Veneto e che dovrebbe realizzarsi entro il 2021: essa collegherà Capo Reamol a Limone, al confine con il Trentino Alto Adige, costeggiando la Strada Statale 45bis Gardesana con alcuni passaggi mozzafiato a sbalzo e una vera e propria passerella a picco sul lago.
Di seguito i 4 tratti previsti attraverso le province che si affacciano sul lago:
il tratto bresciano, 89 km, da Sirmione a Limone
il tratto trentino, 7 km, da Riva del Garda a Torbole
il tratto veronese, 69 km, da Malcesine a Peschiera del Garda
il tratto mantovano, di collegamento fra Peschiera del Garda e Pozzolengo
Nel corso degli anni, alcuni tratti ciclabili erano già stati terminati e aperti ai cicloturisti, come per esempio quello tra Torbole e Riva del Garda, dove si unisce alla ciclabile della Valle dei Laghi verso Salò.
Il prossimo tratto in previsione è quello che la estende di altri 12 km fino a Riva del Garda.
La fonte principale di vitamina D per l’organismo umano è l’esposizione alla radiazione solare. La vitamina D ottenuta dall’esposizione solare o attraverso la dieta è presente in una forma biologicamente non attiva e deve subire due reazioni di idrossilazione per essere trasformata nella forma biologicamente attiva, il calcitriolo.
Pochi alimenti contengono quantità apprezzabili di vitamina D. Un alimento particolarmente ricco è l’olio di fegato di merluzzo. Seguono i pesci grassi (come i salmoni e le aringhe), il fegato, le carni rosse (25-idrossicolecalciferolo) e le verdure verdi.
Quantità minori sono presenti nelle uova, nel burro e nel latte.
Uno studio condotto da un team di ricercatori dell’Università Martin Luther Halle-Wittenberg e del Max Rubner-Institut ha portato all’identificazione della vitamina D2 negli alimenti contenenti cacao, in essi fino ad ora sconosciuta.
Il suggerimento è comunque di non consumare grandi quantità di cioccolato: “Se ne dovrebbero mangiare enormi quantità per coprire i fabbisogni di vitamina D – aggiunge Gabriele Stangl, una delle autrici dello studio – questo non sarebbe affatto sano, per l’alto contenuto di zuccheri e grassi”. Il gruppo di ricerca sta invece studiando se sia possibile produrre alimenti senza zucchero contenenti cacao, come la pasta, che possano aumentare i livelli di vitamina D2 nell’uomo.
Il fegato è posizionato nella parte superiore destra della cavità addominale, sotto il diaframma ed all’incirca sulla verticale della mammella destra.
Più precisamente è posizionato nella parte alta destra e centrale dell’addome, al di sotto del tratto destro di gabbia toracica compreso tra la VI e l’XI costola, appena più in basso del diaframma e poco al di sopra del cosiddetto antro dello stomaco, del rene destro, del surrene destro e del colon trasverso. La posizione del fegato è funzionale al ruolo che quest’organo ha durante il processo della digestione e in occasione della pulizia del sangue transitato per l’apparato digerente e per la milza.
La sorgente del Po si trova in Piemonte in provincia di Cuneo sulle Alpi Cozie e precisamente in Località Pian del Re (comune di Crissolo) ai piedi del Monviso (3.841 m), sotto un grosso masso riportante la scritta che ne indica l’origine.